Sull'incontro del 25 maggio scorso, c'è da fare un primo commento: l'assessore Mangone si è messo a disposizione, ha voluto discutere e confrontarsi. Val la pena notarlo - e apprezzarlo - perché è un atteggiamento che di questi tempi non va per la maggiore tra gli amministratori torinesi.
Altra notazione: era pieno di gente, cittadini di varie età e interessi ed estrazione sociale, nonché gestori dei locali.
Ci sono stati momenti anche parecchio tesi, a dimostrare, se ce ne fosse stato bisogno, che il problema è davvero sentito.
D'altra parte non si era lì a discutere del coloro delle imposte o della posizione delle fioriere (questioni che pure hanno una loro dignità), ma della possibilità di dormire qualche ora, la notte.
L'assessore Mangone ha ben spiegato le sue difficoltà, quali l'indispo- nibilità di un numero sufficiente di vigili urbani.
Ma nessuno vuole la 'militarizzazione' o pensa che si possa risolvere il problema con dieci vigili ogni casinista.
Il problema fondamentale è stato messo bene a fuoco: è una questione di orari. Se si consente a diversi locali di stare aperti tutta la notte (o anche solo fino alle 3 o alle 4) si genera una gran confusione (per non usare altre espressioni) che impedisce il sonno.
E' un'equazione di una semplicità inaudita.
Il comune dovrà scegliere, prima o poi, tra il consentire ai residenti di dormire o ai locali di stare aperti tutta la notte.
L'incontro è finito con molte persone che si erano iscritte a parlare, ma che non hanno avuto modo di farlo per mancanza di tempo. Dunque ci si è aggiornati all'8 giugno, sempre in via Matteo Pescatore 11, sala dell'antico Macello di Po, ore 21.
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