martedì 28 dicembre 2010

Noi ciclisti, quattro gatti autoreferenziali


A Torino c'è un nuovo servizio di bikesharing, ci sono delle ciclabili che, però, sono insufficienti sia in termini di copertura, sia per come sono fatte (strisce disegnate sulla strada costantemente invase dagli automobilisti).

Noi che amiamo Torino continuiamo ad avere fiducia. La bici è uno strumento troppo  moderno per non affermarsi, nel medio lungo periodo.

Come noto, però, ogni progresso deve però fare i conti con gli oscu-
rantisti.

Per favorire l'andare in bici all'univer-
sità, a Palazzo Nuovo, si valuta di imporre a due strade (via San Massimo e via delle Rosine) la velocità max di 30 km/h.

Soluzione decisamente di ripiego, rispetto alla creazione di vere ciclabili, ma vabbè: uno apprezza anche il poco che arriva, se nella giusta direzione.

'Poco'? no, decisamente troppo per Agostino Ghiglia. L'esponente di rilievo della destra torinese definisce l'idea "un'idiozia ammazza-traffico e ammazza-commercio", un "atto di guerra" contro gli automobilisti" sostenuto tra gli altri da "sparuti manipoli di ciclisti autoreferenziali".

Che il signor Ghiglia colga i tanti argomenti in favore delle bici non è sperabile. Ma dovrebbe tener presente cosa dice il suo capo. In campagna elettorale per le europee, Silvio Berlusconi ha promesso "più piste ciclabili".

E il buon Ghiglia si lancia nella corsa per il sindaco di Torino sostenendo esattamente il contrario?

Certo, dopo tanto centrosinistra, uno guarda quantomeno con interesse all'alternanza.

Ma tra le alternative possibili c'è qualcuno che viva in questo secolo?

lunedì 20 dicembre 2010

Scritte utili

La scritta è apparsa il 21 novembre, e subito sono partite le indagini. Il 24 la scritta era ancora lì, forse perché non si può toccare il corpo del reato.

Ammetto la colpa, sono stato fuori città e ho avuto poche possibilità di seguire l'evoluzione del giallo.

Il colpevole è un vandalo, certo. Ma chissà che questo citrullo non possa avere fatto del bene, in definitiva.

Non sul tema in oggetto della scritta, il nucleare, che forse è un po' difficile da affrontare a pennarellate sui monumenti.

Ma l'aver scritto sul Caval 'd Brons magari suscita una reazione che, ad esempio, quest'angolo tra via Gramsci e via Lagrange non ha determinato.

Finora, a Torino, il problema è stato un po' preso sottogamba. L'assessore competente sostiene che non c'è un'emergenza da affrontare, che il comune spende già 90.000 euro per pulire i muri (che sono un po' pochi, per una metropoli), che ci sono sgravi per i condomini che vogliono ripulire la facciata.

Alcuni dicono che in altre città la situazione sia peggiore. E' possibile, ammesso che misurarsi con  il peggio abbia senso. Però a Roma, che dai dementi che scrivono sui muri è devastata, a scrivere sul Marc'Aurelio di piazza Campidoglio, per quello che ne so, ancora non ci sono arrivati.

martedì 23 novembre 2010

Attrazione turistica?

Un abitante di via Principe Amedeo ha un problema.

Sotto casa sua c'è un locale aperto a ogni ora della notte, frequentato da gente che un po' mangia panini, un po' urla. L'abitante scrive ai vigili, il 3 giugno e fa presente il problema.

I vigili rispondono il 17 novembre.

"Abbiamo effettuato controlli e non sono state rilevate situazioni irregolari".

Ma come? Una paninoteca aperta tutta la notte è regolare?

Certo: c'è la deroga. Una delibera del 23 febbraio 2010 consente alle attività commerciali del centro di "determinare liberamente gli orari di apertura e di chiusura".

E qual è 'sta delibera?

"Riconoscimento degli ambiti territoriali cittadini a rilevante economia turistica e degli archi temporali di maggiore afflusso turistico ai fini della determinazione degli orari degli esercizi commerciali"

"Economia turistica"? Una panozzoteca avrebbe valore turistico?

Le foto in questo post sono prese nell'isolato in cui si trova il locale in questione: a chi legge il giudizio sul 'valore turistico' di questo angolo di Torino.

domenica 14 novembre 2010

Rispettando San Salvario

San Salvario ha una vocazione 'sperimentale'.Qui ha visto la luce le jardin experimental, un primo giardino botanico, e d'altra parte il quartiere è stato sino a fine Ottocento l'orto della città.

San Salvario è dove, in tempi più recenti, i media hanno sperimentato le campagne contro l'extracomunitario. A leggere i quotidiani sembrava che da un momento all'altro dovesse scoppiare la terza guerra mondiale.

Invece San Salvario oggi è la sperimentazione riuscita di convivenza tra persone con storie diverse, radici diverse, anche religioni diverse: qui si trovano sinagoga, tempio valdese, moschea...

Ma a San Salvario è arrivata anche la cosiddetta movida che secondo molti è sinomino di 'animazione positiva', ma in realtà è uno dei dei fenomeni più reazionari che si possano immaginare.

Alla movida interessa solo la disponibilità di alcool a basso prezzo a qualsiasi ora della notte. Della storia del luogo dove questa distribuzione avviene, della sua bellezza architettonica, della sua vitalità sociale, al movidaro non importa.

Il museo della frutta di via Pietro Giuria
Meno che mai interessa il rispetto di chi ci vive.

Per cambiare questa situazione è nata Ri.Sa, Rispettando San Salvario.

Nel comunicato di nascita, Ri.Sa  spiega che i suoi intenti sono la salute e il sonno, il rispetto dei malati, degli anziani, degli studenti e dei lavoratori.

Ri.Sa vuol coinvolgere i cittadini nella vita del quartiere, migliorare le condizioni di vivibilità, combattere l'inquinamento acustico e ambientale.

Amare Torino darà spazio alle sue iniziative, chi volesse contattarla direttamente, può scrivere a risansalvario@gmail.com

sabato 30 ottobre 2010

"La gente si ribella"

"La gente si ribella a chi calpesta i suoi diritti", dice il sindaco di Torino, a La Stampa.

Il riferimento di Chiamparino è ai cosiddetti squatter che occupavano l'ex caserma dei vigili del fuoco all'angolo tra corso Regina Margherita e corso XI febbraio.

Gli occupanti protestavano contro il Centro per l'identificazione ed espulsione di Corso Brunelleschi (nobile causa, temo promossa malissimo).
 
Ma la vicenda degli immigrati del CIE resta sullo sfondo, per il sindaco il punto è che c'è stata una "reazione della gente comune che si sente violata nei propri diritti e non lo accetta".

La 'gente comune' si identifica in "ambulanti del mercato che si alzano alle 4 del mattino per spaccarsi la schiena".

In altre parti della città, invece, alle 4 del mattino c'è 'gente comune' che ancora non s'è addormentata, non a causa degli 'squatter', ma grazie al Comune, che vuole locali dispensatori di alcool aperti tutta la notte.

Anche in questo caso ci sono cittadini che vedono i propri diritti fondamentali calpestati. E che, all'indomani dell'incontro del 18 ottobre, stanno cercando di organizzarsi.

Ci aggiorneremo.

venerdì 15 ottobre 2010

Ci sono o ci fanno?

Pochi giorni fa Repubblica ha denunciato la situazione di via Matteo Pescatore, dove gli abitanti non riescono a dormire.

Il giorno dopo, l'assessore all'ambiente Tricarico risponde, promettendo telecamere e Ztl.

Telecamere e Ztl?

Il dubbio è che chi governa la città non abbia capito, e vabbè, glielo si ripete: chi vive lì, la notte non riesce a dormire perché ci sono rumori e schiamazzi. O si fanno chiudere i locali a un'ora decente, oppure la gente continua a non dormire.

Però sorge un secondo dubbio: chi governa la città ha intenzione di risolvere il problema?

La domanda è ovvia, perché poco dopo la denuncia di Repubblica, di fronte a un locale di via Pescatore che vende alcool a basso costo a ogni ora della notte, compare la piattaforma per il dehor.

Qualcuno in comune gli avrà dato il permesso... o no?

domenica 3 ottobre 2010

Perché amiamo Torino

Il 19 settembre scorso a piazza Carignano c'erano i bersaglieri. Non solo loro, a dire il vero. C'erano gli stand del comitato per la laicità delle istituzioni, che arrivavano sino a piazza Castello.

Era domenica, il giorno prima della ricorrenza della breccia di Porta Pia. In via Roma c'erano i portici di carta.

Torino bella, piena di sole, invasa da gente capace di godersela davvero.

Torino si ama perché è meravigliosa.

La folla che era a Torino il 19 settembre ne apprezza le piazze, i palazzi, i monumenti.

A chi ci viene alle tre di notte a bere birra e mojito non gliene frega nulla della città e della sua bellezza.

Va incentivato il modo di vivere Torino che s'è visto il 19 settembre; va scoraggiato quello che si vede tutte le notti in posti come via Matteo Pescatore, com'è raccontato qui.

E' un concetto talmente semplice, questo, che persino il sindaco e la sua giunta potrebbero capirlo.

venerdì 10 settembre 2010

Vienna, alla caccia del muro scritto

I muri imbrattati, scritti, ci sono anche a Vienna. Basta andarli a cercare. Come a Torino, solo a rovescio.


Nella nostra città sono i muri puliti che devono essere cercati.

Certo, una prima spiegazione è che a Vienna ci siano meno deficienti che a Torino. Però può anche darsi che a Vienna le autorità si impegnino a tenerli puliti, i muri.

La nuova soprintendente ai beni architettonici ha detto di volersi dare da fare ma, come già s'è visto, per l'amministrazione torinese il problema non esiste neanche.

Peccato, perché sarebbe davvero molto più bella, Torino, se non fosse così zozza.

venerdì 3 settembre 2010

Viva la movida viennese

Non c'è niente di sbagliato a far sì che le persone abbiano un posto dove bere e mangiare qualcosa, a qualunque ora del giorno e della notte.

La nostra civiltà prevede anche questa cosa, che è un misto di consumismo e socializzazione, e va bene.

Certo un locale notturno non può aprire dove la gente dorme, sennò la gente non dorme più.

Se un Comune lo concede, le spiegazioni possibili sono solo due: o è in malafede e fa un favore a qualcuno, o è stupido.

Direi molto stupido, perché poi, a giustificare la sua scelta dice cose molto stupide tipo 'si riqualifica la zona', 'si combatte la criminalità', 'si dà un'immagine vitale della città'.

In realtà l'amministratore in questione è proprio tanto stupido, perché poi, pur di non ammettere che il problema è lasciare locali aperti dopo la mezzanotte-l'una, fa cose proprio tanto stupide, tipo mandare i militari in piazza.

(Mantenere un esercito per controllare che i bevitori di mojito non facciano casino: sto pensando a una cosa più stupida, ma mi viene in mente solo il buttarsi nudo in un campo di ortiche).

A Vienna hanno dei bei posti per la movida. Uno è il Quartiere dei Musei, che è centrale, facilmente raggiungibile.

L'altro è la piazza della Rathaus, dove imperversano bancarelle e manifestazioni di ogni tipo.

In entrambe le zone, la movida impazza, senza problemi, perché i locali o le bancarelle non stanno sotto delle abitazioni.

Qual è il punto? a Vienna gli amministratori sono meno stupidi che a Torino (e in Italia)?

martedì 17 agosto 2010

In bici a corte

Il principe Eugenio di Savoia davanti all'Hofburg
Vienna è fortemente legata agli Asburgo, Torino ai Savoia (in realtà c'è pure  un Savoia molto molto apprezzato dai viennesi, il principe Eugenio).

Torino ha poco meno di un milione di abitanti, Vienna un milione e mezzo.

Entrambe insistono su un terreno pressoché pianeggiante e si sviluppano lungo una struttura ordinata (quadrata a Torino, circolare a Vienna).

Sia l'una sia l'altra alternano strade decisamente ampie a stradine più piccole, ma mai particolarmente tortuose.

Monumento a Mozart, parco dell'Hofburg
Tra tante analogie ecco una differenza: i chilometri di piste ciclabili a Torino sono 120 - di cui 40 nei parchi - mentre a Vienna sono oltre 1.000.


Sui diversi atteggiamenti nei confronti dei ciclisti da parte degli automibilisti lasciamo perdere, dovremmo basarci su esperienze troppo soggettive.

I dati verificabili sono già più che sufficienti per dire che Vienna si può girare in bici in lungo e in largo, Torino un po' meno.

Come si spiega questa differenza? Le città sono simili, incentivare il muoversi in bici non è costoso, l'impatto sulla città è solo positivo.

L'Hofpavillon di Otto Wagner
La spiegazione potrebbe essere questa: chi amministra Vienna crede che la bicicletta sia uno strumento di trasporto intelligente e utile a migliorare la qualità della vita nella città.

Chi amministra Torino, no.

Sarebbe meraviglioso essere smentiti nel brevissimo periodo (con i fatti, però, vale a dire con qualche chilometro di ciclabile in più).

sabato 7 agosto 2010

Arno, Tevere o Danubio?

Il sindaco di Venezia l'anno scorso ha affrontato il problema della sporcizia nella sua città.

Armato di macchinetta fotografica, le vacanze di Pasqua del 2009 le ha passate a documentare la situazione Roma e Firenze. "Le due città sono sicuramente più sporche della nostra", ha commentato Massimo Cacciari.

Veneziani, state tranquilli, non lamentatevi e pensate a chi sta peggio.

Ma se da europeista convinto, il buon Cacciari il confronto l'avesse fatto con qualche altra città? Vienna, ad esempio, che dista da Venezia più o meno quanto Roma. Nei prossimi giorni proverò a dare qualche spunto su cosa succede in quella che fu la capitale del regno asburgico.

Vienna, monumento a Francesco Giuseppe I, sullo sfondo la Rathaus

martedì 13 luglio 2010

Buon senso a due ruote

Chi prende la bici per muoversi in città andrebbe apprezzato, in primo luogo da quegli stessi automobilisti che spesso gli strombazzano contro.

Chi prende la bici, evitando così di prendere l'auto, libera spazio prezioso per chi alle quattro ruote con motore a scoppio proprio non può (non vuole?) rinunciare.L'uso delle bici, nella capitale dell'auto, andrebbe incentivato sul serio.

Luca Rastello, su Repubblica, racconta una cosa che i ciclisti torinesi sanno già: le ciclabili son, salvo pochi casi, delle semplici strisce per terra.

In via Principe Amedeo, tra via delle Rosine e via san Massimo, tutte le sere vi sono macchine che stazionano perennemente in doppia fila. Sono sulla sponda opposta alla ciclabile, vero, ma questo obbliga l'automobilista in transito a invaderla, la ciclabile, che di fatto è tornata ad essere un normale pezzo di strada.

(peraltro: chi è il genio che si è inventato le ciclabili a senso unico?).

venerdì 2 luglio 2010

Arredo urbano

Come noto, per scoraggiare il parcheggio selvaggio, in piazza Vittorio sono state messe delle fioriere.

Pochi metri più in là, all'angolo tra via principe Amedeo e via delle Rosine,  lo stesso risultato è stato ottenuto con maggiore spirito creativo, come si può vedere dalla foto.

Questa composizione postmoderna è esposta dalla sera del 30 giugno. Vorrei dire 'affrettatevi, prima che venga rimossa' ma ho come la sensazione che non ci sia tutta 'sta fretta.

mercoledì 23 giugno 2010

Un altro!

La famiglia di blogger interessati alle 'sorti' di Torino cresce.

Ecco Migliora Torino! blog sabaudo molto legato a Roma, come si può vedere.

Ovviamente, dai collegamenti virtuali dobbiamo passare a quelli reali.

Solo così riusciremo a fare in modo che le nostre città siano posti dove davvero è bello vivere.

domenica 6 giugno 2010

Ci siamo ripresi Torino

Il titolo di questo post è ispirato a Riprendiamoci Roma, blog capitolino che ammiro molto e da cui arrivano ottime idee importabili anche nella nostra città.

Oggi a Torino, non è stata solo una giornata senz'auto, è stata anche una giornata con bici, perché si è svolto il primo Bike Pride.

Siamo partiti dal Valentino e abbiamo pedalato sul lungo fiume sino a piazza Vittorio. Qui, lo confessiamo, questa volta siamo stati noi a fare gli invasori. Non con macchine inquinanti, non parcheggiando in mezzo alla strada o a cavallo sui marciapiedi (però abbiamo scampanellato alla grande...)

Poi, diligentemente, abbiamo seguito la ciclabile di via Principe Amedeo e l'isola pedonale di via Lagrange.

Piazza San Carlo e poi piazza Castello, dove ci siamo finalmente fermati. Qui, chi voleva, poteva punzonare la propria bicicletta.

E' stata una giornata grandiosa, per chi ritiene che Torino possa essere vissuta in modo pulito, sereno, divertente e al tempo stesso rispettoso dell'ambiente, dei residenti, di chi ci vive.

Ce la siamo davvero spassata. Ci siamo ripresi Torino.

venerdì 4 giugno 2010

Questione d'orario

Sull'incontro del 25 maggio scorso,  c'è da fare un primo commento: l'assessore Mangone si è messo a disposizione, ha voluto discutere e confrontarsi. Val la pena notarlo - e apprezzarlo - perché è un atteggiamento che di questi tempi non va per la maggiore tra gli amministratori torinesi.

Altra notazione: era pieno di gente, cittadini di varie età e interessi ed estrazione sociale, nonché gestori dei locali.

Ci sono stati momenti anche parecchio tesi, a dimostrare, se ce ne fosse stato bisogno, che il problema è davvero sentito.

D'altra parte non si era lì a discutere del coloro delle imposte o della posizione delle fioriere (questioni che pure hanno una loro dignità), ma della possibilità di dormire qualche ora, la notte.

L'assessore Mangone ha ben spiegato le sue difficoltà, quali l'indispo- nibilità di un numero sufficiente di vigili urbani.



Ma nessuno vuole la 'militarizzazione' o pensa che si possa risolvere il problema con dieci vigili ogni casinista.

Il problema fondamentale è stato messo bene a fuoco: è una questione di orari. Se si consente a diversi locali di stare aperti tutta la notte (o anche solo fino alle 3 o alle 4) si genera una gran confusione (per non usare altre espressioni) che impedisce il sonno.

E' un'equazione di una semplicità inaudita.

Il comune dovrà scegliere, prima o poi, tra il consentire ai residenti di dormire o ai locali di stare aperti tutta la notte.

L'incontro è finito con molte persone che si erano iscritte a parlare, ma che non hanno avuto modo di farlo per mancanza di tempo. Dunque ci si è aggiornati all'8 giugno, sempre in via Matteo Pescatore 11, sala dell'antico Macello di Po, ore 21.

domenica 23 maggio 2010

Il buon senso di Gentile

Qualche post fa ho criticato il sindaco di Biella per aver ampliato gli orari di apertura notturna dei locali.

Sono ben contento, ora, di fare il contrario e apprezzare la sua intenzione di garantire ai biellesi un diritto elementare: dormire la notte.

Gentile ha ascoltato i suoi cittadini, ha fatto alcune ispezioni e ne ha concluso che i locali nei palazzi dove le persone abitano, devono chiudere all'una se sono bar, alle due se sono discoteche. I locali isolati possono invece stare aperti più a lungo, sino alle due o alle quattro.

E' una decisione di buonsenso, qualità di cui non dispone chi a Torino definisce gli orari di apertura dei locali.

Non si chiede né il 'coprifuoco', né la chiusura dei locali alle 22, ma all'una e alle due e solo di quei locali negli edifici dove ci sono persone che hanno bisogno di dormire.

Perché il comune di Torino non accetta nemmeno di discuterne? La sinistra che lo governa deve davvero prendere lezioni di buonsenso da un sindaco di destra?

Proviamo a chiederlo all'assessore Mangone, martedì 25 maggio (ore 21, sala dell'Antico Macello di Po).

mercoledì 19 maggio 2010

25 maggio, un incontro a cui non mancare


Martedì 25 maggio avremo la possibilità di incontrare l'assessore Domenico Mangone, che tra le varie deleghe ha quello alla polizia urbana.

Argomento saranno i problemi noti di Piazza Vittorio, ma dobbiamo partecipare in molti per far sentire la voce di chi vive problemi nelle immediate vicinanze (tipo le vie che a piazza Vittorio ci arrivano). La soluzione dev'essere globale, ovviamente, sennò non funziona.

Su Amare Torino ci sarà un resoconto dell'incontro.

Martedì 25 maggio, ore 21, sala dell'Antico Macello di via Pescatore 11 (Torino, dove sennò).

mercoledì 5 maggio 2010

Anche i primi due metri?

Per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia il comune di Torino vuole spingere tutti i palazzi d'epoca a rifarsi la facciata.

Penso sia un'ottima iniziativa. Ma che senso ha ridare il colore alle pareti (esterne) se poi arrivano dei falabrac a scriverci sopra?

Nella foto si vede la sede della fondazione Einaudi, nello splendido palazzo d'Azeglio. Rientra certamente tra i prestigiosi palazzi da ricuperare.

Magari trovando una soluzione che arrivi se non ai 200 anni dell'unità, almeno al 151esimo.

martedì 20 aprile 2010

Io sto con San Lorenzo

Mercoledì 21 aprile i cittadini di San Lorenzo, a Roma, scenderanno in piazza per una fiaccolata anti droga.

Avendo vissuto quattro anni in quello splendido quartiere non posso che essere dalla loro parte.

Spero davvero che San Lorenzo torni nelle mani di chi lo ama.

E spero che anche a Torino si capisca che movida non vuol dire sicurezza e sviluppo di un quartiere.

Al contrario, può voler dire trovarsi in una situazione come quella di San Lorenzo.

- San Lorenzo [R]Esiste!

Aggiornamento: domenica 9 maggio c'è un'altra importante manifestazione per riportare San Lorenzo alla vita.

sabato 3 aprile 2010

Nella testa di uno scrittore

Cosa ispira uno scrittore? Da dove trae gli spunti per i suoi racconti?

Bruce Chatwin metteva su carta le sensazioni che ricavava dai suoi mille viaggi.

Emilio Salgàri scrisse centinaia di storie fantastiche senza pressoché muoversi da Verona e Torino.

A ben vedere l'affascinante tema della creatività si può ridurre in una sola battuta: uno scrittore fissa su carta quello che ha nella sua testa.

E chi scrive sui muri? Il paragone non scandalizzi, perché scrivere sui muri è cosa nobilissima: secondo Umberto Bossi "i muri sono i libri dei popoli".

Certo il capo assoluto della Lega potrebbe avere un po' di confusione sull'argomento, visto che in casa Bossi libri non è che ne entrino molti, ma queste son considerazioni che lasciamo ai maligni.

Torniamo ai nobili artisti che scrivono sui muri. Prendiamo ad esempio l'autore delle opere riportate in queste foto, scattate sulle colonne di piazza Vittorio e all'inizio di via Principe Amedeo (l'autore in questione ha lasciato il suo segno in molti altri punti, sempre nei prezzi di piazza Vittorio).

Il suo estro esemplifica molto bene il significato della parola 'ispirazione'. Scrive quello che ha in testa. Che, nella traduzione della parola greca da egli con maestria riprodotta, è esattamente questo: 'merda'.

P.S. non sta scritto che ci si debba rassegnare. A Roma, ad esempio, si sta reagendo.