lunedì 18 luglio 2011

Lavori in corso



Amare Torino è un po' fermo, ahimè. Non è che ho smesso di amare la mia città - anche se mi fa girare le scatole, e molto, ma parecchio proprio - è che a fine luglio devo consegnare... non la tesi, più semplicemente un libro, che parla di bici - naturalmente! - e di fame - naturalmente anche questo... E uno non può scrivere sempre (o almeno io non posso).

domenica 15 maggio 2011

Indicazione di voto

A urne già aperte, ecco l'indicazione di voto: scegliere qualcuno che promuova l'uso della bicicletta a Torino.

Per davvero, però: il che significa fare delle ciclabili separate dal resto della carreggiata, introdurre le zone a velocità 30, realizzare parcheggi...

E' un po' miope fare scegliere chi votare solo sul tema delle bici? E' che sono convinto che le biciclette salveranno il mondo...

- Bici e basta Torino

domenica 24 aprile 2011

Il senso delle priorità

Ancora non è sindaco, Piero Fassino, e già s'impegna concretamente in favore della città.

L'ex ministro, attaccatosi al telefono ha chiamato assessori in carica, il Toro, la Juve, organizzatori di concerti... perché? Per far sì che Vasco Rossi possa suonare a Torino, nella cornice dello stadio ex comunale oggi olimpico.

Non c'è che dire: il sindaco in pectore ha chiare le emergenze della città.

S'era già capito durante il dibattitto all'Avogadro del 18 aprile.

"Credo che una città davvero universitaria non possa non riflettere anche sui suoi orari - riporta ancora Repubblica - e la metropolitana non può chiudere a mezzanotte, perché a quell'ora gli studenti non sono a casa".

Borse di studio? Finanziamenti per laboratori e strutture dove svolgere lezioni? Convitti? 

Macchè! Per fortuna Fassino ha il senso delle priorità: allo studente, prima di ogni altra cosa, va assicurata la possibilità di stare in giro dopo la mezzanotte. Mica stiamo parlando di Cenerentola?

mercoledì 13 aprile 2011

I buchi nel passato

A Torino la storia piace e per un evento come i 150 anni dell'unità del paese va in festa, felice e colorata.

Ogni tanto, però, la memoria fa cilecca e così il Partito Democrativo si dimentica chi era Giusy La Ganga, e lo candida alle prossime elezioni comunali.

Sia chiaro: il signor La Ganga è un libero cittadino che ha pagato il suo conto con la giustizia, dunque ha tutti i diritti di fare attività politica. Ma il Partito Democratico non ha da mandare nella Sala Rossa qualcuno che nel curriculum non abbia un patteggiamento per finanziamento illecito dei partiti?

E' che in tema di finanziamenti il Partito Democratico ha una soglia d'attenzione piuttosto bassa, tant'è che, per fare cassa, il Comune sembra voler approvare la costruzione di un palazzo a ridosso della Mole.

Un palazzo annunciato come 'piacevole', con una bella coorte interna.

Solo che con i suoi sette piani non renderà particolarmente agevole la vista del simbolo della città. Non si poteva fare altrove? Forse sì, ma mi sa che rendeva di meno.

* * *
- Spingiamoci oltre, Torino anni '10

giovedì 7 aprile 2011

Verde, bianco, rosso e giallo Torino

Chi sperava - e io ero fra quelli - che Torino si desse una ripulita per le celebrazioni dei 150 anni dell'unità, è rimasto un po' deluso.

Nel maggio dell'anno scorso il comune aveva dichiarato di voler incentivare la pulizia delle facciate dei palazzi, ma non è successo granché.

Palazzo Tapparelli D'Azeglio - che pure una certa rilevanza nella storia del Risorgimento ce l'ha - è rimasto zozzo da far spavento.

Però... da ormai un mese, basta alzare gli occhi, guardare le finestre, i balconi. Torino è meravigliosa, inondata dal tricolore. E arriveremo anche in basso, prima o poi. 

sabato 19 marzo 2011

Il generale sotto assedio

Guglielmo Pepe, calabrese di Squillace, ancora sedicenne nel 1799 corse a difesa della repubblica partenopea, che però fu sconfitta dai borboni. Entrò nell'esercito di Napoleone, tornò ancora, nel 1820, a lottare in difesa di Napoli, partecipò alle prime battaglie del Risorgimento.

Finì i suoi giorni a Torino che, riconoscendo in lui la figura di patriota, difensore dell'Italia unita, il 3 maggio del 1858 lo immortalò intento a indicare ai suoi la via per liberare Venezia.

La scultura si trova in una delle più belle piazze di Torino, quella dedicata a Maria Teresa (da cui è tratta anche la foto della testata di Amare Torino).

Una piazza che qualunque città europa proibirebbe al transito o almeno alle soste della macchine.

Invece, sul ciottolato di piazza Maria Teresa sono disegnate delle belle strisce blu per il parcheggio, che però non bastano.

Le foto che vedete sono state scattate un venerdì sera qualunque, il numero di auto parcheggiate in tutta la piazza - e ben fuori dalle strisce blu - è enorme.

Sono in tanti che vogliono godere della notte in piazza Vittorio e dintorni, senza - non sia mai - pagare il parcheggio e men che mai prendere un mezzo pubblico

A conferma che il comune, quando dice di voler combattere il parcheggio selvaggio, fa chiacchiere a vuoto.   

martedì 22 febbraio 2011

Il dramma di chi scrive sui muri

Ammettiamolo: chi, almeno una volta, non ha pensato alle scritte sui muri con un pizzico di curiosità?

Raramente, infatti, si trovano frasi di senso compiuto, siano esse prese di posizione politiche, dichiarazioni d'amore, manifestazioni di inquietudine, pensieri metafisici...

Il più delle volte ci si imbatte in sigle, acronimi, strani arabeschi, contorti ghirigori.


E allora uno si chiede: ma cosa significheranno queste quattro lettere? Cosa vorrà dire, questo segno misterioso?

Qual pensiero ha mosso la mano dello scrittore? Che concetto ha voluto far uscire dalla bomboletta?

A chi rivolge il suo messaggio? Alla società tutta o a un ristretto gruppo di iniziati che hanno la fortuna di parlare un codice arcano di cui a noi, comuni mortali, sfuggono gli elementi essenziali?

Purtroppo, però, la realtà ci riporta con i piedi per terra.

Sarebbe bello, infatti, pensare che tra noi ci sia una nuova generazione padrona di un linguaggio innovatore ed espressivo.

Le cose stanno diversamente.

Guardiamo il risultato dello sforzo di uno scrittore sui muri che ha voluto cimentarsi in un messaggio di tolleranza e amicizia.

Oppure vediamo cosa produce un suo simile che intende proporre il suo punto di vista sulle istituzioni che governano il paese.

O, ancora, uno che più audacemente si cimenta nell'uso della lingua straniera per eccellenza, l'inglese.

Dobbiamo prenderne atto, tristemente. Questi esseri non hanno un codice evoluto ma, al contrario, trasferiscono sulle mura i suoni gutturali di cui sono capaci. Ogni volta che provano a usare un linguaggio evoluto, falliscono miseramente.

Un po' come un bambino di pochi mesi che però, al contrario di questi mentecatti, è destinato ad evolvere.

P.S. queste foto sono state scattate a Roma e a Torino: le due capitali continuano a essere unite da un filo indissolubile.