E' molto semplice, vediamo un caso concreto.
In via Principe Amedeo fino a qualche tempo fa dormire era più semplice che in altre zone vicine.
Tra via delle Rosine e via san Massimo vi sono dei locali, ma intorno a mezzanotte di solito chiudono.
E' servito dunque un piccolo intervento: autorizzare una paninoteca, anzi una 'panozzoteca', a rimanere aperta per almeno tre notti alla settimana.
Un'alta percentuale di coloro che la frequentano urla, qualunque sia l'ora. I gruppi talvolta si lanciano in cori non esattamente stile Accademia di Santa Cecilia.
E' stato un successo. Da quando esiste la 'Mangiatoja', dormire in quel tratto di via Principe Amedeo è decisamente più difficile.
Il locale è ideale perché non ha uno spazio interno per gli avventori, che dunque schiamazzano in strada. Protestare con il gestore non serve, replica che non può certo controllare cosa fa la gente per strada (nel nostro paese si può sempre contare sull'inclinazione dei cittadini a non sentirsi mai responsabili di nulla).
Certo, se chi va in giro la notte smette di urlare, il tutto è vanificato. Ma questo non accadrà - se accadrà - prima di quattro o cinque generazioni.
Dunque, chi da quelle parti vive, si procuri molti libri, un bel televisore, si appassioni ai videogiochi.
Si convinca, come già ha dovuto fare chi abita in piazza Vittorio, che la notte non si dorme.
Ma perché bisogna tenere la gente sveglia, la notte?
Non ne ho idea.
Penso andrebbe chiesto all'assessorato al commercio, al turismo, alle attività produttive e al marketing urbano. Magari proveremo a farlo.
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