sabato 3 aprile 2010

Nella testa di uno scrittore

Cosa ispira uno scrittore? Da dove trae gli spunti per i suoi racconti?

Bruce Chatwin metteva su carta le sensazioni che ricavava dai suoi mille viaggi.

Emilio Salgàri scrisse centinaia di storie fantastiche senza pressoché muoversi da Verona e Torino.

A ben vedere l'affascinante tema della creatività si può ridurre in una sola battuta: uno scrittore fissa su carta quello che ha nella sua testa.

E chi scrive sui muri? Il paragone non scandalizzi, perché scrivere sui muri è cosa nobilissima: secondo Umberto Bossi "i muri sono i libri dei popoli".

Certo il capo assoluto della Lega potrebbe avere un po' di confusione sull'argomento, visto che in casa Bossi libri non è che ne entrino molti, ma queste son considerazioni che lasciamo ai maligni.

Torniamo ai nobili artisti che scrivono sui muri. Prendiamo ad esempio l'autore delle opere riportate in queste foto, scattate sulle colonne di piazza Vittorio e all'inizio di via Principe Amedeo (l'autore in questione ha lasciato il suo segno in molti altri punti, sempre nei prezzi di piazza Vittorio).

Il suo estro esemplifica molto bene il significato della parola 'ispirazione'. Scrive quello che ha in testa. Che, nella traduzione della parola greca da egli con maestria riprodotta, è esattamente questo: 'merda'.

P.S. non sta scritto che ci si debba rassegnare. A Roma, ad esempio, si sta reagendo.

2 commenti:

  1. Daniele, se hai sotto mano un muro intonacato (come l'ultimo muro verniciato di giallo) fai questa prova. Scartavetra la tag "Malaka", facendo attenzione a seguire bene i contorni della scritta, quindi inumidisci una spugna con dell'acetone e "trascina" i bordi della vernice gialla sulla parte scartavetrata, rimescolando il tutto.

    RispondiElimina